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Lei non sa chi sono io!

Ritratto di Alessandro Mattioli

Il Meeting Nazionale ha l’obiettivo di studiare i driver strategici per l’evoluzione dei servizi professionali. La scelta, sin dalle prime edizioni, si è concentrata su Organizzazione, Innovazione e Comunicazione; ossia – mi si perdoni l’ipersemplificazione – su “come fare meglio”, “come fare di più”, e “come farlo sapere”.

Molti di noi, credo, si alzano al mattino pensando a come poter fare meglio e a come poter fare di più. Pochi, purtroppo, si chiedono anche come farlo diventare un fattore distintivo. La dura realtà è che dei tre aspetti il terzo è spesso quello che si perde per strada. Come è normale che sia il professionista si concentra più volentieri e con più efficacia sulle proprie competenze specialistiche nella convinzione che la qualità del lavoro sia, in ultima analisi, il miglior biglietto da visita possibile.

Il marketing ha molto da obiettare a questa visione (ci saranno numerosi e quotatissimi relatori, al Meeting 2015, pronti a sfatarla), ma in questa sede vorrei proporre un concetto più semplice: il motivo per cui dovremmo preoccuparci di cosa, quando, come comunicare è che, naturalmente, la Comunicazione “avviene” anche senza il nostro intervento.

Che noi ne siamo consci o meno (e qualsiasi sia la nostra attività) ogni giorno un continuo flusso di informazioni viene generato ed investe senza alcun riguardo i nostri clienti, i nostri fornitori, i nostri colleghi e i nostri collaboratori. Si tratta di un flusso invasivo e pervasivo: non si ferma davanti a nulla, non chiede il permesso e si irradia in ogni direzione. Esso parla di noi al posto nostro e lo fa con una sincerità disarmante. Finchè questo flusso di informazioni viene considerato solo un inevitabile effetto secondario dei nostri primari processi aziendali e non riceve una attenzione specifica i suoi effetti sono arbitrari e, non importa se positivi o negativi, incontrollabili nel lungo periodo.

Pianificare la Comunicazione significa rispondere alla necessità di controllo e trasformare una cacofonia spontanea in un atto di volontà. E’ un processo delicato nel corso del quale possiamo anche imparare molto, perché ci costringe a domande precise che richiedono risposte precise. Chi siamo? In cosa siamo diversi (migliori?) dagli altri? Quali sono i valori che ci contraddistinguono? Qual è la nostra vision? La nostra immagine reale le corrisponde? Il nostro modo di lavorare è coerente con essa? Le persone che lavorano con noi la comprendono e la condividono?

Al Meeting di quest’anno proveremo a dare qualche spunto per una consapevole pianificazione della Comunicazione; parleremo di come valorizzare il marchio, di come comunicare i valori, di come curare il proprio linguaggio e il proprio stile. Di come coinvolgere e motivare i collaboratori, di come parlare al cliente, e di quali strumenti usare per farlo

Sarà una giornata interessante, pensata per chiudere il Meeting regalando a tutti la voglia di fare. E soprattutto, di farlo sapere.

Commenti

driver, mission, vision, scusate ma forse meno paroloni e più fatti ? magari se invece di farci prendere per il colletto da chi tutti sappiamo, con scadenze prorogate con "solo 24 ore di anticipo" complessità oltre l'umana immaginazione delle norme che in confronto la relatività è molto più semplice, e soprattutto.......un po' più di umiltà e correttezza tra di noi......forse.....questa professione tornerebbe ad essere entusiasmante, forse.....
By marco (non verificato)

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